Marco Rodolfo Fin

Marco Rodolfo Fin nasce a Valdagno nel 1972. Si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1995. E’ specializzato nell’insegnamento del Disegno e Storia dell’arte, dell’Educazione Artistica e delle Attività di Sostegno per le scuole secondarie. E’ docente presso una scuola secondaria di primo grado nella Provincia di Vicenza.

Esposizioni:

  • 2005 ‘Ambaradan ‘ tra arte e non arte’, Villa Velo Valmarana e Galleria Loft Arte, Velo D’Astico e Valdagno, Vicenza, a cura di Salvatore Fazia;
  • 2005 ‘Open-One ‘ Sguardi sull’arte contemporanea a Vicenza’, Spazio espositivo permanente dell’artista, Arcugnano, Vicenza, a cura di Stefania Portinari;
  • 2004 ‘Marco Rodolfo Fin ‘ Sculture’, Villa Barbarigo, Noventa Vicentina, a cura di Saul Costa;
  • 1999 ‘La casa del collezionista II’, Cornedo Vicentino, Vicenza, a cura di Salvatore Fazia e della Galleria Loft Arte;
  • 1995 ‘L’arte degli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia’, Palazzo Canciani Florio, S. Marizza di Varmo, Udine, a cura di Antonio Toniato e Elio Bartolini;
  • 1995 ‘Mobil Visual Art Programme’, Peacock printmakers art gallery, Aberdeen, Scozia, a cura di Nicola Wallis;
  • 1995 ‘Artegarage’, Isola del Tronchetto, Venezia, a cura di Gianfranco Tramontin.

Esposizione permante dell’artista presso lo studio di Vicenza ove progetta e realizza le sue opere.

Testo critico

I ‘satelliti’ di Marco Rodolfo Fin sono oggetti scultorei che hanno il colore verdolino e la geometria semplificata delle animazioni scientifiche. Collocati in un angolo di giardino, una terrazza, un pezzo di strada, comunicano efficacemente la loro natura astratta, da giocattoli scientifici strutturati da una logica rigorosa, ma un po’ lunare appunto, lontana, avulsa dalla vita quotidiana. Coi suoi bianchi o verdini traslucidi, la resina usata per le coperture annulla i dettagli, ammorbidendo il profilo dei solidi con una gentile curvatura da cartone animato. E’ la combinazione tra le potenzialità di questo materiale, che rende astratti gli oggetti fino a farli quasi levitare, e iconografie ben scelte, impostate su gradevoli geometrie minimali, a conferire a queste sculture un’aria trasognata, come sospesa. Particolarmente originale nei ‘satelliti’, Fin riesce ad ottenere la stessa atmosfera anche nei modelli architettonici, alti fino a più di un metro, che sembrano una versione ingrandita di città e castelli costruiti con cubi per bambini, e cui l’uniforme copertura in resina dà un’aria ugualmente mentale, sospesa.

Gloria Vallese